Quali leggi tutelano la maternità

Come abbiamo spesso ribadito nei nostri articoli, la maternità, la salute delle neomamme e la tutela della famiglia rappresentano dei temi molto importanti non solo per i soggetti direttamente interessati, ma anche per lo Stato italiano, che mette a disposizione delle donne e del proprio nucleo familiare una serie di misure rivolte ad agevolare sia il periodo prima del parto, che quello successivo, necessario a consolidare e a gestire al meglio la sfera lavorativa, quella economica e, chiaramente, quella della famiglia. L’obiettivo è riuscire a garantire degli incentivi, seppur talvolta minimi, per supportare la salute e il benessere di genitori e figli e, specie durante il periodo della gravidanza, per tutelare massimamente la donna in dolce attesa e il nascituro. Le disposizioni in materia sono contenute nel Testo Unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità, un documento fondamentale redatto nel 2001 e ampliato ulteriormente nel 2015 (a seguito del Jobs Act) che ad oggi rappresenta il principale riferimento legislativo in merito. Ci occuperemo, adesso, di realizzare una panoramica su tutti quelli che sono i diritti, le agevolazioni e le misure a favore della maternità e della genitorialità, invitando le donne (lavoratrici e non) a rivolgersi al nostro sportello per ricevere ulteriori chiarimenti, informazioni e supporto.

Maternità e Congedo parentale

Due delle misure forse più conosciute a sostegno delle donne in gravidanza e del nucleo familiare sono la maternità e il congedo parentale. Può capitare talvolta di confondersi tra le due e non avere ben chiaro cosa comportino nello specifico, proviamo quindi a fare chiarezza spiegando cosa sono e a chi sono rivolte.

Riposi e congedi

Oltre al periodo di maternità e a quello di astensione facoltativa dal lavoro ci sono poi dei riposi e congedi garantiti ai neo-genitori, alcuni dei quali retribuiti e altri no (ma comunque tutti spettanti di diritto).

Divieto di licenziament0

Spesso le donne lavoratrici dipendenti temono che assentarsi per il periodo della maternità, potrebbe significare perdere la propria posizione lavorativa con il risultato di vivere in modo negativo il periodo dopo il parto o di non usufruire di misure a cui, invece, avrebbero diritto. Per questi motivi in Italia sono riconosciute una serie di tutele che hanno l’obiettivo di garantire il mantenimento del posto lavorativo e di favorire un rientro quanto più agevolato possibile. Vediamo quali sono.

Dimissioni volontarie o licenziamento durante la gravidanza

Ci sono, poi, delle misure economiche speciali che riguardano i casi in cui una lavoratrice dipendente in gravidanza viene licenziata o presenta le dimissioni volontarie. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Nel caso di licenziamento o dimissioni volontarie, in casi normali, per tutti i lavoratori dipendenti non è prevista la Naspi (ovvero il sussidio di disoccupazione), tuttavia per le donne in gravidanza viene fatta un’eccezione e si dispone la Nasi a patto che siano stati maturati almeno 30 giorni di lavoro durante i 12 mesi antecedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. 

Diritto all’indennità di maternità durante la disoccupazione 

Infine ricordiamo un’altra misura economica che riguarda le donne ex lavoratrici dipendenti che stanno percependo la disoccupazione: per questa categoria è prevista, in casi specifici, anche l’erogazione dell’indennità di maternità, a patto però che siano soddisfatti requisiti specifici. Per analizzarli nel dettaglio vi invitiamo a leggere il nostro articolo (Chi paga il congedo di maternità? Casistiche e responsabilità – Mamma che info).

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